SALVATORE CARCANO
11 ottobre 1827 Bobbiate, Giugno 1903 Torino
Corpo s.Massimo 22 Salvatore Carcano nacque a Bobbiate, frazione di Varese, nel 1827. Figlio di Carlo Carcano e Maria Cattaneo, venne battezzato il giorno successivo nella parrocchia di Casbeno, in quanto la chiesa di Bobbiate non era adibita a funzioni parrocchiali. Rimasto orfano di padre a 10 anni, fu costretto a lavorare per sostenere la famiglia, interrompendo gli studi. Nel 1848, all'età di 21 anni, si arruolò come cannoniere nei Corpi Volontari Lombardi, partecipando alla Prima Guerra di Indipendenza Italiana. Prese probabilmente parte alla campagna del Generale Durando nel Trentino, tra le file del Battaglione Lombardo. Dopo la sconfitta di Custoza, i Corpi Volontari vennero fatti arretrare verso Vestone, poi a Bergamo e Monza, ripiegando infine in Piemonte il 19 agosto 1848. |
Sciolti i Corpi Volontari nel settembre 1848, Carcano si arruolò nel Regio Esercito Piemontese nel gennaio 1849. Grazie alle sue esperienze come artigliere e alla sua predisposizione per la meccanica, venne ammesso come Cadetto Armaiolo nella Compagnia Armaioli del Corpo Reale d'Artiglieria.
Congedato dall'esercito nel 1852 con il grado di Sergente, venne assunto per le sue qualifiche tecniche dall'Intendenza Militare Piemontese. Iniziò a lavorare come Operaio nella Regia Fabbrica d'Armi di Torino, con l'incarico di finitura e levigatura delle canne dei fucili.
Le sue capacità tecniche e inventive lo portarono a brevettare un nuovo congegno per lo scatto dei percussori dei fucili, oltre a diverse macchine utensili specifiche per la lavorazione di canne, baionette e mirini. Il suo impegno non passò inosservato alla direzione della Fabbrica, che ne valorizzò le doti.
Nel 1854 Cavour, impegnato nell'allestimento di un contingente militare da inviare in Crimea, visitò lo stabilimento. La spedizione richiedeva 50.000 fucili da rigare in tempi brevi per affrontare i Russi con armi moderne. Avendo avuto notizia delle eccezionali capacità di Salvatore Carcano in questo campo, Cavour volle incontrarlo personalmente. Rimanendo favorevolmente impressionato, il conte affidò a Carcano la direzione dei lavori per la rigatura delle armi, conferendogli la responsabilità di un compito di primaria importanza per il successo della spedizione. Di questo scambio ci restano dei segni tangibili nei Carteggi di Cavour.
Nel 1858, Carcano, all'epoca operaio di seconda classe, ottenne un prestigioso riconoscimento all'Esposizione Internazionale di Torino: una medaglia e un diploma d'onore. Il premio gli fu consegnato dal Maggiore d'Artiglieria Giovanni Solari, direttore della Fabbrica d'Armi. Carcano venne riconosciuto pubblicamente come persona di grande fama, che conferiva lustro e prestigio all'istituzione.
In seguito a questo riconoscimento, nel 1859 venne nominato Controllore addetto alle armi di terza classe. Il 29 gennaio 1860 divenne Controllore di seconda classe e nel 1862 ottenne la nomina a Controllore armi di prima classe.
Nello stesso anno, Carcano venne inviato in missione all'estero per studiare nuove armi portatili: Visitò gli arsenali e le fabbriche di paesi amici, tra cui Wewhausen in Svizzera, Parigi in Francia e altre nazioni. In questa missione, durata diversi anni, Carcano studiò e collaudò macchine specializzate per la produzione di sbarre d'acciaio per la realizzazione di canne moderne.
Rientrò in Patria nell'ottobre del 1865 con il nuovo grado di Controllore principale di seconda classe.
Nell'agosto del 1866, Carcano venne coinvolto dalla commissione del Regio Esercito incaricata di individuare il nuovo fucile da adottare. Propose un sistema basato sull'azione del Dreyse tedesco, con cartuccia metallica e una sicura a tubetto con nasello per mettere in sicurezza il percussore. Il costo del nuovo fucile sarebbe stato di 50 lire, ma il bilancio del Ministero della Guerra era molto più ristretto.
Pertanto, a Carcano venne chiesto di adattare la sua creazione alla conversione dei vecchi moschetti mod.1844, 1858 e 1860 presenti nei magazzini degli Arsenali. La conversione prevedeva l'utilizzo di cartucce di carta con innesco interno.
Carcano brevettò la sua conversione nel luglio 1867 con il brevetto n.376, vol VII., "Fucili Caricantesi dalla Culatta, Sistema Carcano". Nei mesi successivi venne avviata la conversione, dando priorità alle carabine da bersaglieri (nota n° 118 del 20.8.1867).
Congedato dall'esercito nel 1852 con il grado di Sergente, venne assunto per le sue qualifiche tecniche dall'Intendenza Militare Piemontese. Iniziò a lavorare come Operaio nella Regia Fabbrica d'Armi di Torino, con l'incarico di finitura e levigatura delle canne dei fucili.
Le sue capacità tecniche e inventive lo portarono a brevettare un nuovo congegno per lo scatto dei percussori dei fucili, oltre a diverse macchine utensili specifiche per la lavorazione di canne, baionette e mirini. Il suo impegno non passò inosservato alla direzione della Fabbrica, che ne valorizzò le doti.
Nel 1854 Cavour, impegnato nell'allestimento di un contingente militare da inviare in Crimea, visitò lo stabilimento. La spedizione richiedeva 50.000 fucili da rigare in tempi brevi per affrontare i Russi con armi moderne. Avendo avuto notizia delle eccezionali capacità di Salvatore Carcano in questo campo, Cavour volle incontrarlo personalmente. Rimanendo favorevolmente impressionato, il conte affidò a Carcano la direzione dei lavori per la rigatura delle armi, conferendogli la responsabilità di un compito di primaria importanza per il successo della spedizione. Di questo scambio ci restano dei segni tangibili nei Carteggi di Cavour.
Nel 1858, Carcano, all'epoca operaio di seconda classe, ottenne un prestigioso riconoscimento all'Esposizione Internazionale di Torino: una medaglia e un diploma d'onore. Il premio gli fu consegnato dal Maggiore d'Artiglieria Giovanni Solari, direttore della Fabbrica d'Armi. Carcano venne riconosciuto pubblicamente come persona di grande fama, che conferiva lustro e prestigio all'istituzione.
In seguito a questo riconoscimento, nel 1859 venne nominato Controllore addetto alle armi di terza classe. Il 29 gennaio 1860 divenne Controllore di seconda classe e nel 1862 ottenne la nomina a Controllore armi di prima classe.
Nello stesso anno, Carcano venne inviato in missione all'estero per studiare nuove armi portatili: Visitò gli arsenali e le fabbriche di paesi amici, tra cui Wewhausen in Svizzera, Parigi in Francia e altre nazioni. In questa missione, durata diversi anni, Carcano studiò e collaudò macchine specializzate per la produzione di sbarre d'acciaio per la realizzazione di canne moderne.
Rientrò in Patria nell'ottobre del 1865 con il nuovo grado di Controllore principale di seconda classe.
Nell'agosto del 1866, Carcano venne coinvolto dalla commissione del Regio Esercito incaricata di individuare il nuovo fucile da adottare. Propose un sistema basato sull'azione del Dreyse tedesco, con cartuccia metallica e una sicura a tubetto con nasello per mettere in sicurezza il percussore. Il costo del nuovo fucile sarebbe stato di 50 lire, ma il bilancio del Ministero della Guerra era molto più ristretto.
Pertanto, a Carcano venne chiesto di adattare la sua creazione alla conversione dei vecchi moschetti mod.1844, 1858 e 1860 presenti nei magazzini degli Arsenali. La conversione prevedeva l'utilizzo di cartucce di carta con innesco interno.
Carcano brevettò la sua conversione nel luglio 1867 con il brevetto n.376, vol VII., "Fucili Caricantesi dalla Culatta, Sistema Carcano". Nei mesi successivi venne avviata la conversione, dando priorità alle carabine da bersaglieri (nota n° 118 del 20.8.1867).
Il Fucile mod.1867, nelle sue varie versioni (fucile, moschetto e carabina), servì il Regio Esercito dal 1867 alla metà degli anni '70. Successivamente, venne interamente sostituito dal Fucile mod.70 Wetterly e dalle sue varianti. Tuttavia, il mod.1867 rimase in uso presso i Carabinieri e le Forze di Polizia fino agli anni '90 dell'800, quando fu rimpiazzato anche in questi ruoli dal Vetterli.
In particolare, la Carabina per Bersaglieri mod.1867 fu l'arma utilizzata dai Bersaglieri alla presa di Porta Pia il 20 settembre 1870. Nel 1868 Carcano venne promosso a Controllore principale di prima classe. Nel 1874, con la riforma dei ruoli all'interno delle Fabbriche d'Armi, ottenne la qualifica di Capo Tecnico Principale di Seconda Classe. In questo ruolo, brevettò un altro sistema d'alzo nel 1876, sebbene non sia presente negli elenchi delle privative del periodo. Nel 1878 Carcano venne promosso Capo Tecnico Principale di Prima Classe, ruolo che mantenne fino alla pensione. |
Nel 1890, la commissione per l'adozione di un nuovo fucile a polvere infume chiese alle Fabbriche d'Armi di presentare dei progetti in concorrenza con quelli di grandi progettisti privati come Mauser, Lee e Mannlicher. La Fabbrica di Torino, guidata dal ormai celeberrimo Salvatore Carcano, quasi settantenne ma ancora aggiornato sulle tecniche meccaniche e siderurgiche del tempo, presentò un'azione semplice, efficace e robusta, simile ai primi Mauser mod. 1889, ma con la sicura a tubetto con nasello del sistema Carcano introdotta nel mod. 1867.
Gli altri arsenali proposero un'azione più elegante, ma probabilmente più complessa e costosa da produrre, e meno apprezzata dalla scuola di fanteria di Parma che doveva scegliere l'azione da adottare. Venne quindi approvata l'azione del fucile presentato dalla Fabbrica d'armi di Torino, con l'utilizzo di un serbatoio tipo Mannlicher e alcune minori modifiche. Carcano ricevette un premio in denaro e supervisionò la produzione della sua ultima creazione fino al 1896, quando si ritirò per anzianità di servizio. La pensione gli venne liquidata il 12 aprile 1897. Morì a Torino nel giugno del 1903. |
GUSTAVO PARRAVICINO
Milano, 1837 - Milano, 1908
Nato nel 1837 a Milano, entra nel 1852 come cadetto alla Regia Accademia Militare di Torino, e finito il sesto anno di corso viene nominato Sottotenente di Fanteria. Viene quindi trasferito in artiglieria, partecipando alla Seconda Guerra d'indipendenza, venendo poi promosso Tenente. L'anno seguente viene promosso capitano e trasferito al 4° Reggimento artiglieria da piazza, nel 1861 al 5° reggimento artiglieria da Campagna e nel 1864 al 10° reggimento artiglieria da Campagna. Col 10° Prende parte alla Terza Guerra d'Indipendenza nel 1866, ottenendo a Custoza una medaglia d'argento al Valor Militare. Nel 1869 viene promosso Maggiore e trasferito al 2° Reggimento Artiglieria da Campagna, per passare poi nel 1872 alla Direzione Territoriale di Genova. Nel 1876 sviluppa un nuovo modello di Telemetro, preso in considerazione dalla commissione dell'arma di Artiglieria del Regio Esercito, assieme ad un modello proposto dall'Ing. Salmoiraghi. Nel 1877 viene promosso a Tenente Colonnello e trasaferito alla Direzione d'artiglieria di Venezia, dove viene nominato Colonnello nel 1880. Nel 1883 passa a comandare il 6° reggimento artiglieria da campagna. Nel 1887, promosso Generale di Brigata, viene incaricato al comando della Brigata "Siena". Nel 1888 viene nominato Direttore della Scuola Centrale di Tiro di Fanteria di Parma, dove verrà incaricato di presiedere la commissione per l'adozione del nuovo fucile per la Fanteria, che diventerà il Fucile mod.91, con Azione di Salvatore Carcano e caricatore Mannlicher. Nel 1893, promosso Tenente Generale, viene nominato Ispettore dell'Artiglieria da campagna. Nel 1896, viene incaricato di guidare le Divisioni Palermo e Piacenza. Nel 1898 viene nominacto comandante del V corpo d'armata, di stanza a Verona, che presiede fino al 1902. Muore a Milano nel 1908. |
GIUSEPPE VITALI
Bergamo, 1845 - Anzio, 1921
Nasce a Bergamo nel 1845. Nel 1866 partecipa come Sottotenente d'artiglieria alla Terza guerra d'Indipendenza, guadagnandosi una medaglia d'argento al V.M. Dopo la guerra viene assegnato al 1° Reggimento d'artiglieria (Pontieri), venendo poi promosso a luogotenente nel 1870 e trasferito al 3° Reggimento Artiglieria da fortezza. Nel 1871 viene trasferito al 7° Reggimento Artiglieria da Campagna; nel 1878, promosso Capitano, presta servizio nella Compagnia Operai. Dal 1883 al 1890 è impiegato come Tecnico presso la Fabbrica d'Armi di Torino, dove sviluppa e supervisiona la produzione del Caricatore per il fucile Vetterli mod.1870/87, che porta il suo nome. Al termine del Servizio venne promosso Maggiore e assegnato nel 1891 al 27° Reggimento da Fortezza, per poi essere trasferito nel 1893 alla 9^ brigata da fortezza. Nel 1897 venne promosso Tenente Colonnello e trasferito alla Direzione d'artiglieria di Roma, dove rimase fino al 1900 quando, promosso Colonnello, venne nominato direttore della Regia Fabbrica d'armi di Terni Nel 1903 lasciò il servizio attivo per l'età, venendo promosso nel 1912 Maggiore Generale della Riserva. Nel 1905, collaborando con Bethel Revelli, sviluppa una pistola semiautomatica in 7,65 che però non venne adottata dal Regio Esercito. Nel 1915 venne richiamato in servizio all'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, venendo promosso nel 1917 Tenente Generale.
Muore ad Anzio nel 1921. |
GIUSEPPE SALERNO
Giuseppe Salerno nasce il 18 Dicembre 1862.
Arruolato il 2 Febbraio 1881, diventa rapidamente Sergente Capo Armaiuolo del 76° Reggimento Fanteria, probabilmente grazie a degli studi tecnici svolti precedentemente. Il 3 Luglio 1892 viene promosso a Capo Tecnico di 3^ Classe e mandato il 6 dello stesso mese con il contingente Italiano a Massaua, in funzione di capo tecnico incaricato alla manutenzione e al ripristino delle armi nella colonia Eritrea.
Nel 1894 al 1898 è alla Direzione di Artiglieria di Venezia, quindi sarà spostato alla Fabbrica d'Armi di Terni, dove resterà fino al 1921.
Qui il 1° Agosto 1907 viene nominato Capo Tecnico di 1^ classe.
Dal 1912 al 1916 è Capo tecnico responsabile del 3° Laboratorio, adibito alla costruzione delle canne dei Fucili mod.91.
dal 1916 al 1918 è a capo del Laboratorio 3 bis, incaricato di tubare le canne dei fucili
Il 16 Aprile 1916 viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia
il 5 Maggio 1917 cede il suo brevetto per la tubatura delle canne al Regno d'Italia.
Dal 1921 al 1922 è alla Direzione d'Artiglieria di Roma
Dal 1922 al 1926 è alla Fabbrica d'Armi di Roma, come Capo Tecnico Principale.
Nel 1936 viene nominato Grande Ufficiale della Corona d'Italia
Praticamente tutte le canne dei Fucili mod. 91 prodotte a Terni nel periodo 1912-1919 hanno il suo marchio di approvazione (S.G.), pertanto è un personaggio tutt'altro che secondario sul piano della fabbricazione dei 91.
Arruolato il 2 Febbraio 1881, diventa rapidamente Sergente Capo Armaiuolo del 76° Reggimento Fanteria, probabilmente grazie a degli studi tecnici svolti precedentemente. Il 3 Luglio 1892 viene promosso a Capo Tecnico di 3^ Classe e mandato il 6 dello stesso mese con il contingente Italiano a Massaua, in funzione di capo tecnico incaricato alla manutenzione e al ripristino delle armi nella colonia Eritrea.
Nel 1894 al 1898 è alla Direzione di Artiglieria di Venezia, quindi sarà spostato alla Fabbrica d'Armi di Terni, dove resterà fino al 1921.
Qui il 1° Agosto 1907 viene nominato Capo Tecnico di 1^ classe.
Dal 1912 al 1916 è Capo tecnico responsabile del 3° Laboratorio, adibito alla costruzione delle canne dei Fucili mod.91.
dal 1916 al 1918 è a capo del Laboratorio 3 bis, incaricato di tubare le canne dei fucili
Il 16 Aprile 1916 viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia
il 5 Maggio 1917 cede il suo brevetto per la tubatura delle canne al Regno d'Italia.
Dal 1921 al 1922 è alla Direzione d'Artiglieria di Roma
Dal 1922 al 1926 è alla Fabbrica d'Armi di Roma, come Capo Tecnico Principale.
Nel 1936 viene nominato Grande Ufficiale della Corona d'Italia
Praticamente tutte le canne dei Fucili mod. 91 prodotte a Terni nel periodo 1912-1919 hanno il suo marchio di approvazione (S.G.), pertanto è un personaggio tutt'altro che secondario sul piano della fabbricazione dei 91.
ROBERTO BORAGINE
Teano, Caserta, 10.01.1904
Sviluppatore e progettista del Fucile mod.38, del Fucile mod.40 e del Fucile mod.41
1925 - Laurea in ingegneria ottenuta presso la Regia scuola d’ingegneria di Napoli
15.3.26 - Sottotenente in complemento
20.3.27 - Tenente d’artiglieria
20.3.30 - Capitano Direzione supervisione servizio tecnico armi e munizioni
1939 - Maggiore d’artiglieria
21.04.1939 - nominato Cavaliere della corona d’italia
Nel dopoguerra nominato Colonnello e perito Balistico in diversi casi giudiziari, sia nell’omicidio di Mafia di Salvatore Carnevale (Sciara, Palermo, 1955) sia nel caso Moro, (1978) come Maggiore Generale
1925 - Laurea in ingegneria ottenuta presso la Regia scuola d’ingegneria di Napoli
15.3.26 - Sottotenente in complemento
20.3.27 - Tenente d’artiglieria
20.3.30 - Capitano Direzione supervisione servizio tecnico armi e munizioni
1939 - Maggiore d’artiglieria
21.04.1939 - nominato Cavaliere della corona d’italia
Nel dopoguerra nominato Colonnello e perito Balistico in diversi casi giudiziari, sia nell’omicidio di Mafia di Salvatore Carnevale (Sciara, Palermo, 1955) sia nel caso Moro, (1978) come Maggiore Generale
FEDERICO CAPALDO
Teano, Caserta, 08.04.1884
Sviluppatore e progettista del Fucile mod.38
1902 - Ammesso all’Accademia Militare, proveniente dal Collegio Militare di Napoli 5.09.1904 - Arruolato sottotenente d’artiglieria in complemento – Scuola d’applicazione di artiglieria e genio di Torino 1908 - Tenente d’artiglieria presso 2° reggimento artiglieria costiera (Spezia) 1912-13 - Svolge corso di Elettronica 1914 – Impiegato Accademia Militare di Torino 08.1915 - Capitano, Comanda una batteria di Obici da 305 nei pressi di Poja, in Val Camonica 1916 - in Francia come osservatore militare per le azioni di artiglieria al fronte. 1935 - incaricato Maggiore Generale, direttore spolettificio R.E. Roma 27.07.1937 - Promosso Maggiore Generale ed assegnato come Capo Reparto Progetti della Direzione Superiore del Servizio Tecnico Armi e Munizioni 30.06.1938 - Capo Reparto Esplosivi della Direzione Superiore del Servizio Tecnico Armi e Munizioni |