Giuseppe Salerno
Giuseppe Salerno nasce il 18 Dicembre 1862.
Arruolato il 2 Febbraio 1881, diventa rapidamente Sergente Capo Armaiuolo del 76° Reggimento Fanteria, probabilmente grazie a degli studi tecnici svolti precedentemente. Il 3 Luglio 1892 viene promosso a Capo Tecnico di 3^ Classe e mandato il 6 dello stesso mese con il contingente Italiano a Massaua, in funzione di capo tecnico incaricato alla manutenzione e al ripristino delle armi nella colonia Eritrea.
Nel 1894 è alla Direzione di Artiglieria di Venezia, dove resterà fino al 1898, quando sarà spostato alla Fabbrica d'Armi di Terni, dove resterà fino al 1921.
Qui il 1° Agosto 1907 viene nominato Capo Tecnico di 1^ classe.
Il 16 Aprile 1916 viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia
il 5 Maggio 1917 cede il suo brevetto per la tubatura delle canne al Regno d'Italia.
Dal 1921 al 1926 è alla Fabbrica d'Armi di Roma, come Capo Tecnico Principale.
Nel 1936 viene nominato Grande Ufficiale della Corona d'Italia
Praticamente tutte le canne dei Fucili mod. 91 prodotte a Terni nel periodo 1912-1919 hanno il suo marchio di approvazione (S.G.), pertanto è un personaggio tutt'altro che secondario sul piano della fabbricazione dei 91.
Arruolato il 2 Febbraio 1881, diventa rapidamente Sergente Capo Armaiuolo del 76° Reggimento Fanteria, probabilmente grazie a degli studi tecnici svolti precedentemente. Il 3 Luglio 1892 viene promosso a Capo Tecnico di 3^ Classe e mandato il 6 dello stesso mese con il contingente Italiano a Massaua, in funzione di capo tecnico incaricato alla manutenzione e al ripristino delle armi nella colonia Eritrea.
Nel 1894 è alla Direzione di Artiglieria di Venezia, dove resterà fino al 1898, quando sarà spostato alla Fabbrica d'Armi di Terni, dove resterà fino al 1921.
Qui il 1° Agosto 1907 viene nominato Capo Tecnico di 1^ classe.
Il 16 Aprile 1916 viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia
il 5 Maggio 1917 cede il suo brevetto per la tubatura delle canne al Regno d'Italia.
Dal 1921 al 1926 è alla Fabbrica d'Armi di Roma, come Capo Tecnico Principale.
Nel 1936 viene nominato Grande Ufficiale della Corona d'Italia
Praticamente tutte le canne dei Fucili mod. 91 prodotte a Terni nel periodo 1912-1919 hanno il suo marchio di approvazione (S.G.), pertanto è un personaggio tutt'altro che secondario sul piano della fabbricazione dei 91.
SVILUPPO
Brevetti 1912-1917
1912
Il 21 Novembre 1912 Salerno deposita un brevetto per la "tubatura o ritubatura delle canne di armi da fuoco", in cui illustra un metodo molto semplice ed ingegnoso per "Rifare l'anima delle armi da fuoco nelle sue forme precise, quando queste forme siano state alterate sia per corrosione sia per consumo naturale derivante dall'uso". Il processo consisteva sostanzialmente nella foratura della canna usurata a circa 9,2mm, con un allargamento all'altezza della camera di cartuccia di circa 14mm. Si torniva e trafilava quindi un tubo d'acciaio che rispettasse esternamente il nuovo profilo interno della canna ( intorno ai 9,2mm, uniforme da inizio a fine) , forandolo a 6mm, e forzandolo con delicatezza dentro la canna usurata. A questo punto si procedeva a far aderire completamente in posizione il tubo alla canna e alla camera con l'uso di due appositi strumenti a forma di doppio cono di circa 0.16mm più larghi rispettivamente della camera e della canna della nuova canna appena inserita. Questi venivano forzati dentro la camera e dentro la canna rispettivamente, facendo aderire completamente il tubo alla canna usurata, e tagliando eventuali avanzi. |
1915
In piena Guerra Mondiale in corso, con brevetto depositato il 22 Novembre 1915, Salerno sviluppò ulteriormente il suo metodo per tubare le canne: - Venne aggiunto nel metodo uno scalino di rinforzo aggiuntivo - La procedura per ottenere il tubo da inserire nelle canne usurate venne modificata, con indicazioni per trafilarlo direttamente alle dimensioni della canna forata, inclusa la camera di cartuccia. Nel metodo precedente infatti il tubo era di diametro costante da inizio a fine, e veniva allargato appositamente per la camera di cartuccia, esclusivamente tramite forzatura. - Venne illustrato un nuovo attrezzo per la procedura, che andrà a sostituire il doppio cono precedentemente usato. Questo nuovo strumento consisteva in un'asta in acciaio con un ingrossamento ad oliva alla sua estremità (fig.4), il cui scopo è di allargare forzatamente la tubatura facendola aderire completamente alla canna. |
1917
Successivamente, Salerno deposita il 9 Gennaio 1917 un nuovo brevetto, raffigurante l'intero processo, con nuovi dettagli e nuovi disegni indicanti gli attrezzi accessori sviluppati e prodotti nel frattempo per uniformare la produzione. Salerno infatti si era accorto che i tubi in fase di trafilatura tendevano a spezzarsi se non raffreddati al momento e nel punto giusto, quindi implementò un attrezzo apposito per raffreddarli man mano che uscivano dalla trafilatura (fig.9). A questo processo aggiunse anche che l'asta con oliva per allargamento forzato della canna, doveva essere moderata con l'uso di un dinamometro (fig.5), in modo tale da mantenere la forza applicata costante ed evitare che venisse superato il massimo sforzo stabilito per il procedimento (sic). Salerno in data 5 Maggio 1917 cederà il suo brevetto al Regno d'Italia. |
Prima Guerra Mondiale - i '91 con canna "Tubata"
Fonti provenienti da Terni raccolte da altri autori negli anni indicherebbero che, diversamente dai brevetti depositati da Salerno nel 1912 e nel 1915-17, i Fucili mod.91 durante e dopo la Prima Guerra Mondiale sarebbero stati tubati con un metodo leggermente diverso.
Questo metodo sarebbe consistito nei seguenti passaggi:
- Smontare la canna dal castello
- Forare la canna dalla volata a 9,5mm (10,9mm riscontrato in alcuni esemplari), fino alla fine della spalla della cartuccia nella camera
- Inserire a pressione, sempre dalla volata, un tubo in acciaio di profilo esterno pari a 10,898 e diametro interno pari a circa 6mm.
- Far aderire completamente la nuova anima alla vecchia canna tramite il sopracitato attrezzo formato da asta ed oliva di allargamento
Dopodichè si procedeva con le procedure standard dedicate alle canne fresche di produzione:
- Passare la canna all'apposita macchina raddrizzatrice
- Rigare la canna rigenerata con rigatura progressiva e alesando la camera di cartuccia (sostanzialmente la spalla)
- Rimontare la canna al castello ed assemblare l'arma, effettuando la prova con una cartuccia per prova forzata, come fosse una canna nuova.
Questo metodo sarebbe consistito nei seguenti passaggi:
- Smontare la canna dal castello
- Forare la canna dalla volata a 9,5mm (10,9mm riscontrato in alcuni esemplari), fino alla fine della spalla della cartuccia nella camera
- Inserire a pressione, sempre dalla volata, un tubo in acciaio di profilo esterno pari a 10,898 e diametro interno pari a circa 6mm.
- Far aderire completamente la nuova anima alla vecchia canna tramite il sopracitato attrezzo formato da asta ed oliva di allargamento
Dopodichè si procedeva con le procedure standard dedicate alle canne fresche di produzione:
- Passare la canna all'apposita macchina raddrizzatrice
- Rigare la canna rigenerata con rigatura progressiva e alesando la camera di cartuccia (sostanzialmente la spalla)
- Rimontare la canna al castello ed assemblare l'arma, effettuando la prova con una cartuccia per prova forzata, come fosse una canna nuova.
PRODUZIONE ED USO
Il Metodo Salerno per Tubare le canne venne utilizzato dalla fine del 1915 alla fine del conflitto per tubare le canne da 10,4mm dei Vetterli mod. 70/87 al 6,5x52, adattandoli al nuovo standard 70/87/15.
Successivamente venne adottato anche per ritubare le canne dei Fucili mod. 91, probabilmente già durante la guerra, sicuramente nei primi anni '20.
In particolare ci risulta che già nel 1917 (Esperienze e studi in corso sui materiali di artiglieria, armi portatili e bombe, alla data 25 Agosto 1917) ci siano state sperimentazioni da parte delle Officine di Costruzione d'Artiglieria di Roma per il suo utilizzo nella produzione vera e propria delle canne dei 91, utilizzando canne in Ferro dolce con anima in tubo d'acciaio (ben più economico in termini di materiali usati e semplice da lavorare) per risparmiare in ogni modo possibile sull'acciaio speciale usato per le canne dei 91.
Anche l'Esercito Finlandese adopererà questa tecnica per tubare le canne dei vecchi Mosin Nagant, convertendoli dal 1925 al 1927 allo standard della serie "P". Queste armi presentano sull'ingrossamento della canna la 'S' di Salerno, indicante il metodo utilizzato per dare nuova vita alla canna.
Successivamente venne adottato anche per ritubare le canne dei Fucili mod. 91, probabilmente già durante la guerra, sicuramente nei primi anni '20.
In particolare ci risulta che già nel 1917 (Esperienze e studi in corso sui materiali di artiglieria, armi portatili e bombe, alla data 25 Agosto 1917) ci siano state sperimentazioni da parte delle Officine di Costruzione d'Artiglieria di Roma per il suo utilizzo nella produzione vera e propria delle canne dei 91, utilizzando canne in Ferro dolce con anima in tubo d'acciaio (ben più economico in termini di materiali usati e semplice da lavorare) per risparmiare in ogni modo possibile sull'acciaio speciale usato per le canne dei 91.
Anche l'Esercito Finlandese adopererà questa tecnica per tubare le canne dei vecchi Mosin Nagant, convertendoli dal 1925 al 1927 allo standard della serie "P". Queste armi presentano sull'ingrossamento della canna la 'S' di Salerno, indicante il metodo utilizzato per dare nuova vita alla canna.